Clonazione Umana: tra scienza e coscienza
Colloquio con Padre Lino Ciccone, Teologo moralista, a Caritas Insieme TV il 15.03.1997



Le nuove tecniche biomediche continuano a proporci fatti nuovi, a volte sconcertanti. La rapidità di sviluppo di queste tecniche ha lasciato buona parte della popolazione in uno stato di confusione. Per orientarci meglio in questa giungla fatta di provette, cellule e scienziati abbiamo posto, durante l'emissione televisiva Caritas Insieme dello scorso 15 marzo, qualche domanda a Padre Lino Ciccone.

D: Qual è il principio che ci permette di avere un orientamento di fronte all'insieme delle tecniche dell'ingegneria genetica?
Se ci muoviamo con proprietà di linguaggio all'interno della vera ingegneria genetica, senza estendere il campo, indebitamente allargato nel linguaggio dei giornali e dei massmedia, distinguiamo tra geneterapia e ingegneria genetica alterativa. Si può dire che c'è un consenso in cui si ritrova presente in modo esplicito l'insegnamento della Chiesa, che non vede pregiudiziali di principio alla geneterapia. Essa non è altro che un nuovo passo avanti fatto dalla medicina, per arrivare finalmente ad una cura e ad una prevenzione che possiamo dire radicali. Il problema si porta sulle vie che si percorrono e sui mezzi che si vorrebbero adoperare per attuare la geneterapia. Teniamo presente che allo stato attuale, la geneterapia ha appena mosso i primi passi. Essa può intervenire, quando tutto dipende dall'assenza di un unico gene, fornendo all'organismo che ne è privo, il gene mancante. Non c'è quindi nessuna riserva di principio nei confronti di un tipo di manipolazione genetica che tende a correggere un difetto o a prevenire una patologia.

D: Per fare un buon lavoro di ingegneria genetica qualcuno dice che gli studi sugli embrioni soprannumerari sono importanti. È vero o è un messaggio distorto?
La questione che si pone è quella della via percorsa per arrivare ad una meta in sé più che legittima e senza riserve. Questa via la si gioca sul cosiddetto statuto dell'embrione. Una prima posizione afferma che l'embrione non è persona. Altri dicono che l'embrione non è nemmeno da considerare individuo della specie. In realtà siamo davanti anche nelle primissime fasi di sviluppo, come quelle ottenute dopo una fecondazione in vitro, all'inizio di un nuovo essere vivente, con un suo patrimonio individuale ben preciso. Esso è davvero l'inizio di un processo unitario, all'interno del quale non è possibile stabilire dei salti di qualità. Non si può individuare un momento preciso a partire dal quale diventa qualcosa di sostanzialmente diverso da prima. Se invece si accetta, come fanno la commissione nazionale di bioetica in Italia e altri organismi, che l'inizio della vita umana si colloca dal momento del concepimento, allora tutti questi interventi su embrioni fatti per il montaggio di altri, strumentalizzano l'essere umano e lo riducono a cavia per il beneficio di altri. Questo declassamento di un essere umano, da soggetto a oggetto, da persona a cosa, è ciò che non soltanto la morale cristiana, ma anche la morale Kantiana denuncia, in base a quel principio così ben formulato da Kant, che afferma che la persona e rispettata solo se la trattiamo come un fine, mai come un mezzo. Qui invece viene trattata come un mezzo.

D: Perché non è un gesto d'amore voler generare un figlio per clonazione?
Il desiderio del figlio, cioè il desiderio di paternità e maternità, è sacrosanto ed è una tra le cose più belle nel cuore umano. La cultura moderna si è però portata a conferire all'uomo un ruolo indebito di padrone assoluto, e come dice benissimo un documento dell'episcopertine/copato francese, desidera "vita e morte a comando", sostituendosi a Dio, partendo dalla vecchia tentazione del peccato originale. Bisogna riportare il desiderio dentro il suo alveo corretto e togliergli questo delirio di onnipotenza che l'uomo ha praticamente assunto. Questo atteggiamento lo ha portato ad essere non coltivatore, ma saccheggiatore, verso la natura esterna, creando così il problema ecologico. L'uomo ha mantenuto lo stesso atteggiamento di onnipotenza quando si è sviluppata la biologia moderna accorgendosi di potere mettere le mani su ogni aspetto della vita. Quindi non è più il desiderio di avere un figlio ma di averlo quando voglio io e come voglio io. (...) Questa non è soltanto una riflessione di matrice cristiana. In un brano di un documento della Germania federale troviamo le seguenti affermazioni: "Il fatto che gli esseri umani non sono il progetto e l'esperimento programmato dei loro genitori, ma il prodotto di chances di natura, assicura l'indipendenza degli esseri umani gli uni dagli altri e il loro valore individuale. Fare della formazione del nostro genotipo qualcosa di dipendente dal capriccio di altre persone è incompatibile con l'essenza di una persona libera".

D: Se si va avanti su questa strada dove andremo a finire e quali saranno i rischi?
Può servire come riferimento quello che è già accaduto anni fa, non alla biologia, ma alla fisica. La fisica, che è stata a lungo la scienza leader, come oggi lo è invece la biologia e all'interno della biologia la genetica, ha raggiunto il suo vertice quando ha potuto mettere le mani sul cuore della materia, sull'atomo e quindi sull'energia atomica. La fisica ha avuto così in mano un mezzo preziosissimo per tanti obiettivi stupendi di progresso, di civiltà, di benessere, ma anche la possibilità di farne l'arma distruttiva addirittura dell'umanità intera. Il rischio si è subito profilato. Analogamente la biologia sta raggiungendo il vertice ora che mette le mani sul patrimonio genetico che è appunto il cuore della vita. Possono scaturirne conquiste stupende e meravigliose a vantaggio di tutti gli esseri umani, come possono uscirne le peggiori conseguenze. Quello che Giovanni Paolo Il continua a proclamare nel mondo da anni, anche quando di clonazione non si parlava, è di chiedere la coniugazione tra scienza e sapienza, tra scienza e coscienza.

D: Qual' è quindi la posizione della Chiesa rispetto la clonazione dell'uomo?
La posizione della Chiesa è stata netta quando la clonazione era ancora fantascienza. L'istruzione "bonum vitae" (22 febbraio 1987, n.d.r.) si pronunciò nettamente e motivatamente nel ritenere inammissibile, dal punto di vista etico, la clonazione perché non è rispettosa né della dignità della persona, né della dignità della procreazione. (...) Al di là della Chiesa anche molte istituzioni come il Parlamento europeo, il Consiglio d'Europa, l'UNESCO e altri organismi completamente laici, hanno escluso la legittimità di interventi di qualunque tipo miranti ad assegnare caratteristiche volute e prestabilite ad un nuovo essere umano chiamato all'esistenza, perché questo non è rispettoso della sua dignità. (...)

D: Sulla clonazioni di animali la Chiesa che posizioni assume?
Un'esplicita presa di posizione da parte del Magistero sulla clonazione dell'animale non c'è stata. Se avessimo la certezza che i ricercatori sanno autodisciplinarsi al punto di fermarsi, (è una certezza che sconfina parecchio verso l'illusione) molti dei limiti etici cadrebbero. Si richiederebbe soltanto, per realizzare una clonazione di un'animale che ci siano davvero importanti vantaggi e che siano seriamente accertati. Se inoltre ci si ferma davvero alla clonazione di quell'individuo animale, per un preciso vantaggio al servizio dell'uomo, senza avviare una serie infinita di altri esemplari, allora siamo sulla logica dell'uomo che si serve razionalmente e con metodi scientifici di questi esseri inferiori all' uomo.(...)